GSF’s Best Short Films 2015
Emozionanti, divertenti e innovativi: i migliori corti del 2015 scelti dalla nostra redazione.
Come soltanto i migliori cortometraggi sono in grado di fare, cullandoci nei sogni e portandoci in luoghi mai esplorati prima, ecco la playlist di fine anno dedicata ai migliori corti a cura della nostra redazione. Il 2015 è stato un anno positivo e ricco di sorprese, alcune delle migliori opere brevi sono arrivate da paesi emergenti e da registi all’esordio. La produzione continua a crescere (anche in Italia inizia a muoversi qualcosa), così come la competenza dei filmmaker. Ecco la playlist 2015 dedicata ai migliori corti del 2015: assolutamente soggettiva, attendiamo discussioni e proposte nei commenti.
Best Short: Kung Fury
La Miami degli anni 80, videogiochi arcade, dinosauri, nazisti, vichinghi e… David Hasselhoff. Uno dei deliri più riusciti di tutti i tempi (finanziato con una campagna di fundraising su Kickstarter senza precedenti).
Best Documentary: Dylan
Una lavorazione durata dieci anni per raccontare la vita di un giovane transgender (interpretato dalla trans performer newyorkese Becca Blackwell), “pedinato” mentre raggiunge Coney Island alle prime luci dell’alba. Una pièce di “teatro-documentario” onesta e necessaria.
Best Idea: Eat My Shit
La commovente storia di una ragazza che ha l’ano al posto della bocca: la dimostrazione concreta che non è necessario un grosso budget e tempi dilatati per raccontare in 3 minuti una storia divertente, acuta, avvincente e stimolante.
Best Script: The Brain Hack
Neuroteologia, tecnologia, scienza, teorie cospirative, simulazione, inganno, psicosi, suspense, paura, eccitazione, mistero, rivelazione, sorpresa: raramente un cortometraggio riesce a tenere insieme tanti temi, tanti livelli, e tante emozioni. The Brain Hack ci riesce con una storia avvincente e circolare, e l’utilizzo di effetti visivi e sonori davvero sorprendenti, candidandosi ad essere uno dei migliori corti degli ultimi anni.
Most Inspiring: The Walrus
Una surreale dramedy che racconta la depressione di un tricheco antropomorfo, vittima di sé stesso e di una vita insoddisfacente. Finale struggente che cita I 400 colpi con un tricheco al posto di Antoine Doinel. Luke Randall eroe del DIY.
Best Sci-Fi: Atropa
Fantascienza vintage, un tributo al cinema di genere degli anni 70 e 80 (dal look alle emozioni) per questo corto sci-fi che ci conduce dritti nell’outer space, dove un detective è alla ricerca di una misteriosa nave scomparsa.
Best Horror: Arrêt Pipi
Slasher olandese che fa dell’economia narrativa la sua arma più affilata: un occhio a Quentin Tarantino, l’altro a Tobe Hooper e alla leggenda metropolitana dell’Aka Manto e il gioco è fatto. Da vedere nella playlist orrorifica Seasons in the Abyss.
Best Acting: Gabriele Mainetti per Christian
Il regista di Tiger Boy e Lo chiamavano Jeeg Robot è incisivo ed intenso nel lavoro tosto, dilatato e laconico diretto da Roberto “Saku” Cinardi: in Italia un altro corto è possibile.
Best Animation: Coda
Coda è una di quelle animazioni che ti fanno pensare e rimangono nella testa per molto tempo. Non solo per la bellezza dei disegni realizzati a mano, per quelle figure minimali, i colori tenui, e la fluida costruzione dei passaggi temporali, ma anche per il candore con cui affronta temi essenziali che riguardano tutti: la vita, la morte, il tragico splendore della condizione umana.
Best Student: Eggplant
Dalla regista cinese Yangzi She studentessa alla UCLA, la storia di un ragazzo le cui espressioni del volto mostrano il contrario di quello che sente. Tra la favola, le barriere linguistiche, e la lingua universale che parliamo tutti.
Most Relevant: The Wind (Clicca sull’immagine per vedere il film)
Un ‘no-budget’ forte e sincero fatto di stop motion e suoni reali dai video online che documentano la guerra in Siria: il collettivo Teir el Akhdar (quattro artisti siriani che attualmente vivono tra Libano e Francia) racconta lutti, perdite e migrazioni forzate di un popolo completamente abbandonato.
A cura della Redazione